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Immagine del redattoreIlenia Novella

L’Olandese Volante: il mistero della nave fantasma. Leggenda o realtà?

Esiste davvero la nave fantasma condannata a solcare i mari in eterno senza una meta, il vascello presagio di sventura per tutti i marinai che hanno la sfortuna di incrociarla?





L'Olandese Volante è sicuramente il racconto più diffuso, quello che più risvegliava e risveglia tuttora l’interesse e al tempo stesso il timore dei marittimi.


Ci sono molte versioni sulla storia dell'Olandese Volante. La prima narra che un comandante olandese, Hendrick an Der Decken - tornando ad Amsterdam dalle Indie Orientali - si ritrovò a dover affrontare una terribile tempesta mentre navigava vicino al Capo di Buona Speranza. Non si sa se fosse impazzito o se fosse solo ubriaco ma, nonostante l’equipaggio provasse a convincerlo di non attraversare la tempesta, ordinò di proseguire a costo di impiegare tutta l’eternità per oltrepassare il Capo. La nave affondò e pur di salvarsi dannò la sua anima e quella dei suoi uomini: furono condannati a vagare in acque tempestose, ridotti a spettri, fino alla fine dei giorni.


“Una nave fantasma dalle vele rossastre era apparsa improvvisamente […] Benché la calma fosse piatta la nave misteriosa, che era a secco di vele, beccheggiava e rollava violentemente, come se si trovasse in mezzo a una burrasca. La nave poi scomparve sotto il mare.” -Misteri e leggende del Mare.




Un’altra versione è quella della Libera Nos e di Barent Fokke, comandante olandese molto famoso nel XVII secolo per aver rafforzato gli alberi della nave con fasciame di metallo e per aver rinnovato la disposizione delle vele, cosa che gli permise di compiere viaggi velocissimi sulla rotta delle Indie Orientali: in soli tre mesi, un record eccezionale per quel tempo, aveva compiuto la traversata da Batavia (attuale Jakarta) ad Amsterdam.


Quando durante un viaggio la nave scomparve misteriosamente, si iniziò a dire che Fokke avesse stretto un patto con il diavolo per assicurarsi il successo e che alla fine fosse arrivato per lui il giorno del giudizio.


C’era chi affermava che la nave fosse l'inferno di tutti mari, destinata a marinai colpevoli: pirati, traditori, assassini e perfino pigri, condannati a lavorare incessantemente per l’eternità agli ordini del comandante maledetto.




L'Olandese fu avvistato molte altre volte negli anni successivi ed ogni volta avvenne qualche tragedia.


Nel 1880 un gruppo di quattro corvette della Royal Navy partì per il giro del mondo: a bordo c'erano il Principe Giorgio (futuro Giorgio V) e il fratello, Principe Alberto Vittorio Duca di Clarence, imbarcati per istruzione militare. Durante la terza guardia (da mezzanotte alle quattro) - quella più temuta perché è proprio la guardia in cui accadono spesso cose insolite - l'Olandese Volante fu avvistato: una misteriosa luce rossastra fu notata da ben 13 persone. Il giorno successivo la vedetta che aveva avvistato per prima la nave cadde dall'albero di trinchetto finendo in coperta, dove morì sul colpo. Non appena la nave giunse a terra il comandante si ammalò e morì in pochissimi giorni.




Ma perché la nave prende il nome di Olandese Volante e di nave fantasma?


Gli avvistamenti della nave fantasma avevano delle cose in comune: la nave sembrava sospesa sul mare all’orizzonte e cambiava velocemente forma.


Molte storie sono solo leggende tramandate tra i marinai, ma esiste anche qualche avvistamento reale e per spiegarlo bisogna ricorrere alla scienza.


Il miraggio di Fata Morgana



Il miraggio prende il nome da Morgana della mitologia celtica, vediamo insieme da cosa nasce.


Quando la superficie dell’acqua è molto più fredda rispetto all’atmosfera riesce a raffreddare gli strati più bassi dell’aria. Il conseguente cambiamento della densità dell’aria ne altera l’indice di rifrazione e modifica l’angolo in cui i raggi di luce vengono riflessi, creando immagini che sembrano sospese sopra il mare.



A differenza dei normali miraggi del deserto la Fata Morgana produce immagini che mutano: questo accade soprattutto all’alba o al tramonto, quando sulla superficie del mare minuscole goccioline di acqua rarefatta fanno da lente di ingrandimento.


Una leggenda diffusa racconta del miraggio avvenuto nell’area dello stretto di Messina nell’epoca delle invasioni barbariche. Un Re dei barbari, giunto sulle rive di Reggio, non avendo navi si fermò: desiderava conquistare la Sicilia ma non sapeva come raggiungerla. Apparve una donna che gli offrì l’isola facendola comparire a poche centinaia di metri, il Re si tuffò convinto di poterla raggiungere a nuoto, ma presto l’isola scomparve e il Re affogò: era stato un miraggio creato dalla Fata Morgana per ingannarlo!



In Italia è facile vedere questo fenomeno nelle calde giornate estive: dalla costa calabrese si vede la Sicilia più vicina del normale, immagini distorte e riflesse sul mare o sul suolo. Si può avere l’illusione che l’isola disti a poche centinaia di metri e si ha l’impressione di osservare una città irreale che si modifica e svanisce in brevissimo tempo.


Il fascino delle storie e del mistero è qualcosa che continuerà a incantarci in eterno.


Secondo alcune leggende il mare è la dimora di tutto ciò che abbiamo perduto, di quello che non abbiamo avuto, dei desideri infranti, dei dolori, delle lacrime che abbiamo versato.” -Osho





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