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10 MOTIVI PER CUI L’ESPERIENZA SULLE NAVI CREA UN CANDIDATO PERFETTO

Immagine del redattore: Marco PolitoMarco Polito

Aggiornamento: 27 mar 2020

Chiunque lavori sulle navi da crociera da diversi anni si rende spesso conto che, chi non ha mai navigato, non ha la minima idea di cosa significhi la vita di bordo: una vita diversa, che può risultare soddisfacente a spese di molti sacrifici ma che forma molto a livello professionale e umano. Perché l’esperienza sulle navi crea un candidato perfetto? Vi do ben 10 motivi. 

Questo articolo, basato su esperienze personali, è dedicato a coloro che vogliono cercare un lavoro a terra e, soprattutto, è dedicato proprio a voi, cari amici delle risorse umane, che dovete assumere nuovi candidati.



1. Gran lavoratore

Chi è terra spesso non lo sa: sulle navi da crociera ci sono grandissimi lavoratori. Normalmente si lavora dalle 8 alle 11 ore al giorno, tutti i giorni, dai 5 ai 9 mesi all’anno continuativi. NO, non esistono neanche mezze giornate di riposo e le ore sono spalmate lungo tutta la giornata con turni in modo da garantire un minimo di 6 ore di riposo continuativo. Sono contemplati i giorni di malattia, ma di solito nessuno osa prendere più di uno o due giorni per stare in cabina.


2. Sa lavorare per obiettivi

Tutte le compagnie di crociera fissano degli obiettivi di vendita per i dipartimenti cosiddetti “di revenue” ovvero spa, bar, escursioni, casinò, negozi, fotografi, ecc… nessuno è escluso. Chi lavora a bordo sa che può aumentare il proprio stipendio con delle commissioni che realmente fanno la differenza a fine mese. Spesso vale il gioco di squadra mentre altre volte sono incentivi personali, ma in ogni caso si lavora sempre per il raggiungimento di un obiettivo, comune o no.


3. Impara in fretta

Sulla nave i ritmi sono frenetici e non esiste un tirocinio per imparare lentamente il lavoro. Chi è alla prima esperienza lavora con un affiancamento iniziale di un paio di settimane. La nave non si ferma mai: i passeggeri imbarcano e sbarcano e i servizi da offrire sono molti, di conseguenza bisogna essere svegli e imparare in fretta per non pesare sugli altri colleghi (nonostante la buona volontà, spesso non si ha il tempo per insegnare). Bisogna, inoltre, essere veloci ed efficienti per gestire oltre 2000 passeggeri.


4. Lavora in squadra

La nave è come un perfetto orologio poiché ogni piccolo meccanismo è indispensabile per il suo funzionamento generale. Non importa il dipartimento di appartenenza: dal primo all’ultimo membro dell’equipaggio, ogni ruolo è fondamentale e sempre si lavora in squadra, spesso collaborando con dipartimenti affini. Se qualcuno sbaglia, l’errore è di tutti; se si raggiunge un successo, ne guadagna l’intero team. Tutti imparano, quindi, a collaborare per una buona riuscita del lavoro. Il personale cambia spesso, quindi non si ha altra scelta che adattarsicollaborare e far in modo che tutto funzioni al meglio poiché come dicono a bordo “tutti siamo utili e nessuno indispensabile”.


5. Si adatta al cambiamento

Sono pochi i lavori al mondo che richiedono un tale sradicamento delle proprie abitudini. Sulle navi da crociera bisogna adattarsi a vivere con persone provenienti da ogni parte del mondo e a diversi modi di lavorare (i colleghi e gli stessi manager cambiano di continuo); bisogna essere perspicaci e sapere cosa fare in caso di situazioni particolari come cambi di itinerario, clima sfavorevole, diverse tipologie di passeggero.

Talvolta, le regole della compagnia cambiano e si mettono in pratica nuove procedure dall’oggi al domani e, infine, (cosa non da poco) cambia il proprio stile di vita, poiché si condividono piccoli spazi, si seguono un’infinità di regole anche fuori l’ambito lavorativo, si divide la cabina con uno sconosciuto e ci si adegua ad orari fissi per i pasti e molto altro ancora. Si diventa, insomma, un po’ un mero numero e si perdono le abitudini  personali della vita di terra.



6. Ha capacità organizzative, non solo sul piano lavorativo

Come detto prima, si lavora tutti i giorni. I turni sono spezzati e intervallati da un paio di ore libere per ogni pausa, durante le quali occorre pulire la cabina, lavare i vestiti, riposare, mangiare, uscire nei porti, andare in palestra. Chi lavora in crociera diventa un genio dell’organizzazione perché sa che non può permettersi di perdere tempo. Lo stesso vale quando si scende in porto: si svolgono tutte le commissioni sapendo che altrimenti se ne parla al porto successivo, sempre ovviamente se riesce a scendere, quindi si sviluppa anche la capacità di potersi organizzare in anticipo.


7. Sa gestire situazioni di stress

Sulla nave i ritmi sono stancanti, si sta lontano da famiglia e amici per lunghi mesi, si è costretti ad una convivenza forzata anche con chi non si sopporta, non si ha vita privata e si è costantemente vincolati da regole ed orari. Ho ampiamente parlato di tutti questi aspetti in precedenza e, proprio per questo, ci tengo a sottolineare come chi lavora a bordo sia quotidianamente sottoposto a situazioni di stress: l’unico modo per andare avanti è imparare a gestirlo. Oltre a questo, devo ammettere che spesso ci si ritrova in situazioni estremamente scomode con i passeggeri e si possono verificare anche momenti difficili con il proprio capo. Capita spesso di avere chi abusa del proprio potere e crea forte stress all’interno del team: il problema è che a bordo non esiste via di uscita perché si è letteralmente tutti sulla stessa barca…


8. Impara il valore della diversità

Oltre a differenze politiche, religiose e sessuali, membri dell’equipaggio che lavorano a bordo vengono da oltre 50 paesi sparsi su tutti i continenti. Si celebrano le varie Feste dell’Indipendenza e la diversità viene vista come un valore aggiunto e non come un muro o limite. Non ho mai assistito a conflitti culturali e la vita a bordo si svolge sempre in modo più che armonioso.


9. Gestisce le emergenze 

Oltre al proprio lavoro, ogni membro dell’equipaggio ha delle mansioni e ruoli specifici da svolgere in caso di emergenza. Ognuno è preparato e debitamente formato con corsi pre-imbarco e aggiornamenti a bordo. Si è tenuti ad imparare come gestire situazioni di crisi più o meno gravi (cito come esempio gli ultimi eventi della Concordia o dell’attacco a Tunisi) e le esercitazioni sono quasi settimanali. Crises often create the best employees” ho letto una volta su un articolo online…




10. Impara a risolvere i conflitti

Spesso si affrontano sfide e conflitti con passeggeri, altri membri dell’equipaggio e manager. Si sa che i problemi non svaniscono da soli: il passeggero ti darà la caccia fino alla fine della crociera e il tuo collega o manager sarà lì per i prossimi mesi e fidati, lo incontrerai di continuo anche durante il tuo tempo libero. Bisogna, quindi, trovare una soluzione rapida ai problemi prima che diventino troppo grossi. Se non si è in grado di gestirli da soli, si riferiscono immediatamente al capo dipartimento o ad una persona responsabile (risorse umane, crew purser e in casi estremi staff capitain). Ci sarà sempre una soluzione in tempi brevi e nulla viene mai lasciato in sospeso.


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