
Immagina di essere alla fine della tua carriera. Di guardarti indietro e chiederti: ho davvero dato il massimo?
Immagina questo scenario. Sei un marittimo, hai lavorato duro, rispettato gli ordini, fatto quello che ci si aspettava da te. Hai accumulato esperienza, superato momenti difficili, resistito a pressioni immense. Hai sempre pensato che un giorno sarebbe arrivata l’opportunità giusta, quella che avrebbe dato senso a tutti i sacrifici.
Poi, un giorno, ti guardi indietro e ti rendi conto che quel momento non è mai arrivato. O meglio, che è arrivato tante volte, ma ogni volta l’hai lasciato scivolare via. Per paura, per insicurezza, per la convinzione che non fosse il momento giusto. Ti eri detto: “Aspetto ancora un po’”. Ma quel “po’” è diventato anni.
E adesso? Ti resta solo il rimpianto.
Il più grande rimpianto? Aver avuto paura di osare.

Il libro che ho tra le mani (The Leader Who Had No Title) parla di questo. Di persone che arrivano alla fine e si accorgono di non aver mai veramente vissuto. Non perché non abbiano avuto una carriera o una famiglia, ma perché non hanno mai avuto il coraggio di esprimere il loro massimo potenziale.
Quante volte, nel mondo marittimo, vediamo persone capaci rimanere nell’ombra? Quanti ufficiali talentuosi si limitano a “fare il loro dovere” senza mai osare di più? Quante volte hai pensato che “non è il momento giusto”, che “non sei pronto”, che “forse è meglio aspettare”?
Ma la verità è che il momento giusto non arriva mai da solo. Sei tu che devi crearlo.
La Leadership non è solo un titolo: è un atteggiamento.
Molti credono che essere leader significhi avere un titolo importante, essere il comandante, il manager, il capo. Ma la leadership non ha nulla a che fare con una posizione gerarchica.
Un leader è colui che sceglie di fare la differenza, indipendentemente dal ruolo che ricopre. È chi prende iniziativa, chi trova soluzioni invece di lamentarsi dei problemi, chi aiuta gli altri a crescere anziché temere la loro ascesa.
Pensa ai migliori ufficiali con cui hai lavorato. Erano quelli che urlavano ordini o quelli che ti ispiravano con il loro esempio?
Pensa ai marittimi che rispettavi di più. Erano quelli che si limitavano a eseguire o quelli che mettevano passione in ciò che facevano?

Il coraggio di prendere in mano la tua vita
Uno dei più grandi rimpianti di chi arriva alla fine è aver lasciato che fosse qualcun altro a decidere per loro. La società, le aspettative degli altri, la paura del giudizio.
Ma se c’è una cosa che ho imparato con Sogniamo in Grande è che il primo passo per cambiare la propria vita è smettere di aspettare il permesso.
Vuoi cambiare compagnia? Inizia a prepararti adesso.
Vuoi fare carriera? Inizia a comportarti da leader, anche senza un titolo.
Vuoi più equilibrio tra lavoro e vita privata? Smetti di accettare condizioni che non ti rispettano.
Alla fine, la domanda è una sola: vuoi essere una delle persone che arriva all’ultimo giorno con il rimpianto di non averci provato?
Oppure vuoi essere colui che ha osato, che ha fallito, che è caduto, ma che almeno ha vissuto fino in fondo?
La scelta è tua. Sempre.
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