Sono stato sempre dell'idea che scegliere a 13 anni il tuo futuro è sempre un azzardo: volevo fare la differenza.
Quando tutti dicevano: "Voglio fare il medico/avvocato/pompiere", io ero sempre deciso sul mio futuro: "Io voglio essere un COMANDANTE"; tutti mi guardavano sbalorditi, quasi volendo sminuire un mio sogno, rendendolo irrangiungibile.
Passano gli anni, frequento l'Istituto Tecnico Nautico e mi diplomo con il massimo dei voti. Credevo che il giorno dopo il diploma ero già su una nave a perlustrare il ponte di comando. Così, purtroppo non è stato.
Io ero pronto a partire, mancava solo che una compagnia mi notasse.
I mesi continuavano a passare e le risposte continuavano a non arrivare, ammetto di essermi demoralizzato, dando ragione a tutti quelli che "senza raccomandazione non vai da nessuna parte", "l'accademia è l'unica strada".
Alcuni mi dicevano "E' difficile al giorno d'oggi trovare imbarco" oppure "Se non hai la raccomandazione non imbarchi". Questo è ciò che mi toccava sentire. Questo è ciò che offre il contesto. Ma non potevo accettare questa situazione, dopo aver speso tempo e sacrifici per conseguire il diploma, non potevo permettermi di essere l'ennesima vittima di un sistema che ancora al giorno d'oggi ha difficoltà di affacciarsi nel panorama internazionale.
La mia speranza era quella di non finire nel vortice.
Ma può essere che l'Italia, che è tra i primi Paesi UE per il commercio marittimo, non abbia spazio per me? Che l'unica scelta sia l'accademia o qualche parente che ti mette una buona parola?
Ad oggi, so che non è così.
So che sbagliavo il mio modo di pormi alle compagnie e se avessi avuto al mio fianco un progetto come "Sogniamo In Grande", so di certo che non avrei aspettato un anno per coronare il mio sogno.
L'Italia ha bisogno di ritornare in pole position e di ripartire. Gli Italiani devono ritornare ad essere competitivi ed essere in grado di poter sognare in grande.
Comments