Una normale domenica a Venezia
Era il 2 giugno, una domenica come tante altre a Venezia, e la MSC Opera, con centinaia di persone a bordo, rientrava da un itinerario nel Mediterraneo. La nave avanzava lungo il canale della Giudecca, mentre i rimorchiatori Angelina C. e Ivonne C. erano pronti ad assisterla. In plancia, il comandante e l’equipaggio monitoravano la rotta. Nulla sembrava
suggerire l’imminente emergenza.
Alle 7:26 del mattino, i monitor della plancia segnalano un allarme per un’avaria a un modulo del quadro elettrico, che alimenta il controllo del timone e della propulsione. Tuttavia, come rilevato dalla perizia della Procura di Venezia, l’allarme viene sottovalutato, e il guasto prosegue, con la timoneria supportata dalle sole batterie di emergenza. La nave, intanto, naviga a una velocità di circa 6,8 nodi, superiore ai limiti consentiti per il tratto lagunare, aumentando i rischi.
“Una volta informato dello spegnimento della consolle del timoniere, il comandante avrebbe dovuto immediatamente ordinare l’impiego del governo di emergenza,” riporta la perizia. Una scelta diversa avrebbe potuto cambiare gli esiti dell’incidente.
Un impatto inevitabile
Quando l’equipaggio si accorge della perdita di controllo, il tempo per una manovra correttiva è ridotto. La nave diventa ingovernabile, il timone non risponde e i sistemi di propulsione si fermano. Alle 8:30, la MSC Opera si avvicina al molo di San Basilio, colpendo l’imbarcazione fluviale River Countess. Il risultato? Alcuni feriti lievi e danni ingenti alla banchina e alla nave.
Cause e responsabilità
La Procura ha attribuito l’incidente a una serie di errori e sottovalutazioni tecniche, coinvolgendo il comandante e quattro membri dell’equipaggio, che hanno successivamente patteggiato pene dai cinque mesi a due mesi e dieci giorni. La compagnia, MSC Crociere, ha replicato sostenendo che l’avaria fosse dovuta a problemi di cablaggio risalenti alla costruzione della nave, difficili da identificare nelle verifiche ordinarie.
Azioni Non Eseguite e Errori di Procedura
Dall’indagine, sono emerse varie criticità legate alla gestione della manovra:
Preparazione Inadeguata del Sistema di Propulsione: Durante la navigazione, il sistema di propulsione ha mostrato anomalie, ma le misure preventive per il controllo dei sistemi di emergenza non sono state messe in atto tempestivamente. In condizioni di mancanza di reattività del sistema, l’equipaggio avrebbe dovuto eseguire immediatamente il passaggio a modalità di emergenza, azione che non è stata attuata correttamente.
Gestione della Comunicazione a Bordo: Il rapporto indica che la comunicazione tra i membri dell'equipaggio era frammentata, con informazioni incomplete o non tempestive sulle operazioni in corso. Una comunicazione più chiara e strutturata avrebbe consentito un coordinamento migliore, riducendo la confusione durante la fase critica dell’incidente.
Procedure di Emergenza Mancate: Nonostante la situazione richiedesse interventi rapidi, alcune azioni fondamentali, come l’uso dei rimorchiatori di emergenza, sono state ritardate. I rimorchiatori erano infatti presenti in zona, ma la richiesta di assistenza è stata trasmessa solo quando l’impatto era ormai inevitabile.
Addestramento Insufficiente sull’Utilizzo dei Sistemi di Backup: Gli ufficiali a bordo non avevano ricevuto un addestramento sufficiente per operare con le modalità di backup in caso di guasto del sistema primario di manovra. Questa carenza ha influito sulle capacità dell’equipaggio di reagire rapidamente e gestire il problema prima dell’impatto.
Conseguenze economiche e di immagine
Nonostante l’assenza di gravi feriti, l’immagine della nave che impatta sul molo ha fatto il giro del mondo, sollevando critiche sull’opportunità di far navigare grandi navi in una città fragile come Venezia. La città, secondo scalo crocieristico in Italia, dipende economicamente dal traffico marittimo, che contribuisce per il 20% del PIL locale. Tuttavia, l’incidente ha alimentato le polemiche tra coloro che sostengono la tutela ambientale e coloro che, tra i lavoratori del porto, difendono il settore crocieristico.
Conclusione
L’incidente dell’MSC Opera a Venezia ci ricorda che la sicurezza in mare non può mai essere data per scontata. Ogni manovra, ogni decisione e ogni passaggio di consegne devono essere eseguiti con la massima attenzione e responsabilità, specialmente in aree come i canali stretti e affollati di Venezia.
È proprio per questo che in mare, ogni secondo conta, e ogni errore, anche minimo, può amplificarsi, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.
Navigare non è solo una questione di tecnologia o di esperienza, ma di rispetto per le forze della natura e per le vite coinvolte. Ed è proprio per questo che, come marittimi, dobbiamo ricordare sempre l’importanza della formazione continua, della prudenza e del rispetto delle norme di sicurezza: per garantire, oltre alla nostra incolumità, anche quella degli altri e dell’ambiente che ci circonda.
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