Marzo 2020, tutti i nostri progetti in pochi giorni sono stati rapiti e spazzati via da questa pandemia, specialmente nel nostro settore marittimo, ancor più nel mondo crocieristico che si è rivelato per forza di cose uno dei più colpiti. I marittimi che si trovavano in giro per il mondo sono rimasti bloccati a bordo per svariati mesi, chi era pronto a partire ha dovuto disfare le valigie.
E ora come fare? Nessuno era preparato a quanto stava accadendo, intanto in tutto il mondo la pandemia avanzava e iniziava a mietere le sue vittime non solo sanitarie ma anche economiche. Molte grandi compagnie crocieristiche inziavano a fallire e/o a vendere le loro navi. I più grandi brand mondiali si sono trovati in difficoltà e tutt’oggi non negano di esserlo ancora. Noi marittimi siamo arrivati ad un punto di non ritorno, un settore che se prima non se ne conosceva quasi l’esistenza, figuriamoci ora che tutti i settori economici iniziavano ad essere in crisi.
E allora come potevamo farci sentire? Ci sono state tante iniziative importanti per noi marittimi abbandonati da tutti, governo e istituzioni. Ebbene, da qualche settimana c’è ne stata una di tendenza che ha preso campo su molti quotidiani nazionali fino ad arrivare alle televisioni, ma ancor più importante è stata accolta da molti politici di riferimento del ministero dei trasporti.
Si tratta di un'iniziativa, nello specifico una raccolta firme sul canale change.org che attualemte ha raccolto più di 35 mila firme, organizzata da due ragazzi, due marittimi, due professionisti nel settore, i loro nomi sono Miriam Pia De Maria e Salvatore Caltabiano che hanno voluto far valere la loro voglia di andare per mare, o meglio di ritornarci.
Crediamo che questa petizione si rivelerà molto producente, non tanto contro le compagnie, che come noi sono la parte lesa di questo avvenimento mai accaduto precedentemente , ma bensì contro il governo, che finalmente si possa accorgere di noi marittimi, che solo in italia se ne contano quasi 28 mila.
Personalmente, anche io, Daniele Aceto, in pochi giorni mi sono ritrovato a dover disfare le valigie e dover rimanere a casa, senza nessun aiuto economico, considerando il fatto che la compagnia per cui lavoravo batteva bandiera estera e quindi non potevo rientrare nei più comuni aiuti economici erogati da gli enti di previdenza.
Nonostate tutto noi siamo marittimi, e non ci fermiamo di fronte a nulla, del resto già il nostro lavoro ci mette di fronte a grandi sforzi, sacrifici, e grandi sfide.
Oggi posso solo dirvi che mi ritengo fortunato, nonostante tutto, avendoci messo tanta determinazione, il lavoro non è mai mancato, certo, ho dovuto lasciare una delle più importati compagnie crocieristiche del mondo, ma diciamocelo, alla fine del mese se non puoi decidere dove e come lavorare bisogna cambiare priorita`, l’importante è lavorare, sopratutto per chi ha una famiglia da mantenere.
Il tempo che verrà non sarà sicuramamente uno dei più chiari e semplici degli ultimi anni, ma sicuramente se faremo tesoro di tutto quello che è successo e che ancora dovrà succedere non potrà che farci riflettere su molti aspetti di questa situazione incredibile che stiamo vivendo, credo dunque che il futuro di tutti noi naviganti sia basato su nuove prospettive, nuove abitudini , infondo questo periodo così buio ci può dare solo una mano per quello che verrà, dobbiamo traformare tutto quello che è stato di negativo in determinazione e voglia di fare, perchè finchè ci saranno ragazzi intraprendenti con la voglia di sognare in un futuro che sia all'altezza dei loro sogni, noi marittimi continueremo a fare il lavoro più bello del mondo.
Daniele Aceto
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